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Politika, Pogledi, 22. 11. 2017.

Dinnanzi alle Autorità competenti che non reagiscono, da molto tempo agli argini del fiume Sava a Belgrado vi è la presenza di persone poco rispettose delle regole, che mettono a repentaglio la sicurezza dell’intera città. Un centinaio di persone, totalmente indifferenti delle norme in vigore (Piano territoriale, Legge sulle acque, Codice penale serbo, ecc) hanno costruito case di proprietà sul cosiddetto terreno d’acqua, avvicinandosi a dismisura all’acquedotto di Belgrado che è considerata zona protetta. Il terreno d’acqua è definito come zona in cui è vietata qualsiasi costruzione, al fine di garantire la regolare manutenzione degli argini del fiume, che è prevista prossimamente a causa del significativo aumento del pericolo di alluvione dovuto all’innalzamento delle acque. Per quel che concerne il fiume Sava, che ha un letto previsto per le acque grandi ed è anche munito di un terreno di 50 metri che circoscrive il perimetro del fiume, i più arroganti hanno pensato di fare qualcosa sconosciuto al mondo civilizzato, ovvero: hanno riempito il serbatoio per poter innalzare le proprie case sopra il livello dell’acqua valutando da sé i rischi, costruendo delle strade che portano alle loro abitazioni. Facendo ciò, hanno indirizzato il flusso dell’acqua ritenuto pericoloso esattamente agli argini che potrebbero essere facilmente distrutti. Questo tipo di attività nel mondo civilizzato sarebbero qualificate come “danni intenzionali ai sistemi vitali, che mettono in pericolo la vita e i beni materiali di un gran numero di persone”. Tuttavia, nessuno ha reagito alle segnalazioni presentate alle Autorità competenti.

Gli argini dei fiumi Sava e Danubio sono stati costruiti all’epoca tenendo in considerazione la grandezza dei fiumi menzionati. Questa grandezza è mutata nel corso degli anni e i due fiumi oggi giorno risultano molto più grandi rispetto al passato. Il Danubio favorisce l’innalzamento del fiume Sava, nei dintorni di Belgrado. Poiché gli argini sono stati sollevati in tutte le città negli ultimi cinque decenni, con lo scopo di ridurre le inondazioni, i regimi di alta marea si sono notevolmente deteriorati (le grandi acque sono diventate più grandi, con afflussi più rapidi e azioni distruttive) e bisognerà arginare maggiormente anche la città di Belgrado. Ci si pone però la domanda di come fare ad arginare maggiormente la città se c’è chi ha costruito delle case laddove sarebbe stato vietato farlo. Queste case impediscono anche i lavori di manutenzione anche in caso di inondazioni. La spaventosa e irresponsabile distruzione dell’argine, che protegge l’intera Nuova Belgrado da alluvioni di proporzioni catastrofiche, è in totale contrasto con la direttiva UE sulla gestione del rischio di alluvione (Direttiva 2007/60 / CE), che è un documento vincolante per la Serbia. C’è un significativo deterioramento dei fenomeni idrometeorologici: un aumento delle precipitazioni estreme e delle acque alte a causa dei cambiamenti climatici. Nel 2014, grazie all’impegno del popolo, ma anche alla fortuna, la Serbia è riuscita ad evitare una catastrofe. Non possiamo più fare affidamento sulla fortuna o sui sacchi di sabbia, ma dobbiamo in maniera dettagliata e in condizioni meteorologiche favorevoli, rafforzare le linee di protezione e confrontarle con le circostanze idrologiche molto più sfavorevoli che si stanno già verificando. Lo Stato deve trovare fondi per questo, perché ogni soldo investito nella prevenzione viene ripagato molte volte attraverso meno danni e minori costi di difesa. Attualmente è in corso l’attività internazionale sul tema del cambiamento climatico e la misura chiave imposta è il rafforzamento dei sistemi di protezione per questo nuovo scenario. E come possiamo migliorare la protezione di Belgrado quando un centinaio di individui vandali ci rende il compito impossibile con il proprio comportamento distruttivo?

Questi individui senza scrupoli mettono in pericolo tutti i belgradesi, come anche la sorgente dell’acquedotto di Belgrado, costruendo edifici nella zona protetta. Vicino ai pozzi che catturano l’acqua da lunghi scarichi orizzontali, sono stati costruiti dei “cottage” letteralmente sugli scarichi dai quali l’acqua viene pompata per l’utenza. Sarà molto doloroso per chiunque spiegarlo a Bruxelles, nel contesto dei nostri obblighi ai sensi della direttiva “ombrello” UE sull’acqua (direttiva 2000/60 / CE), che definisce chiaramente anche i regimi vincolanti di protezione delle acque. Gli intrusi menzionati attaccano tutti i residenti di Belgrado, perché inquinano permanentemente le falde acquifere sotterranee, mettendo in pericolo il Sava con le loro acque reflue e attraverso di esse il Lago Sava ed entrambi gli impianti di trattamento delle acque a Makiš.

Cosa è necessario fare con urgenza? Gli abusivi, tutti senza eccezioni, dovrebbero ricevere quanto prima dalle decisioni formali tramite le quali vengono informati che la legalizzazione delle loro case non è possibile. Inoltre, che le stesse devono essere demolite. Ai proprietari dovrebbe essere concesso un periodo ragionevole, non superiore ad una stagione di costruzione, per rimuovere le strutture stesse e riportare il terreno alle condizioni originali. Trascorso tale termine, le case di chi ignora queste soluzioni devono essere rimosse mediante demolizione, con il pagamento delle spese. Inoltre, JVP Srbijavode, che è responsabile nei confronti del popolo serbo per la sicurezza delle persone lungo le rive del fiume, dovrebbe immediatamente installare solide barriere su tutti gli accessi stradali all’argine, barriere che solo loro possono aprire durante la manutenzione dell’argine. Si tratta di un provvedimento urgente, al fine di evitare la già anticipata distruzione del terrapieno da parte dei veicoli dei proprietari di tali impianti. Monitoreremo come si comporteranno gli organi della Città, i ministeri competenti e gli altri enti responsabili in questa grave situazione e agiremo in conformità con l’etica della professione. L’etica non tollera l’irresponsabilità che mette in pericolo la sicurezza di un numero enorme di persone e di beni materiali di valore incommensurabile. La piaga dell’usurpazione delle acque terrestri è presente in molte città della Serbia, ma per cominciare ci siamo concentrati sulla città di Belgrado che è la più a rischio.

Membri dell’Accademia delle Scienze ingegneristiche della Serbia: Branislav Đorđević, Borislav Stojkov, Miodrag Jovanović, Branko Božić, Petar Anagnosti, Dobrivoje Tošković, Živojin Praščević, Mihailo Maletin, Dragan Milašinović, Mila Pucar, Igor Marić, Dušan Najdanović.

La stradina,costruita all’interno del letto destinato alle acque grandi, che porta ad una casa di prorietà.
La casa costruita nel letto per le acque grandi.
Le case costruite nelle immediate vicinanze del pozzo che cattura l’acqua per le utenze (la costruzione blu è la parte elettromeccanica del pozzo).

Prevod: Milica Rašić

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